Una storia banale
Tutto nasce nel lontano 1980 quando Cama, Dello e Bolo incontrano sulla loro strada altri tre brutti pesci di Corticella (BO): Luccaro, Giannero e Max. Nel 1981 inventano Radio Lampone, una finta radio fatta in diretta, durante una nota manifestazione bolognese. Questa esperienza piace molto agli ignari spettatori e di fatto crea il nucleo storico del gruppo. La prima occasione per confrontarsi con il pubblico “vero” del cabaret viene da Angelo Giovannini, organizzatore del cartellone del Circolo La Base di S. Lazzaro di Savena (BO), un locale che ha tenuto a battesimo diversi cabarettisti, come ad esempio Alessandro Bergonzoni. Angelo vuole assolutamente scritturarci, ma il gruppo è ancora senza nome e senza spettacolo! L’unico materiale utilizzabile sono le “Poesie banali” di Dello: da qui la geniale idea di Giovannini di chiamare il nuovo gruppo I Banaloidi e di inserirli immediatamente nel cartellone degli spettacoli. 
A questo punto il nome c’è, ma mancano pochi giorni per mettere in 
piedi lo spettacolo. Che fare, non sapendo né suonare, né cantare e né recitare? Il playback è la soluzione giusta! Da qui l’idea di inventare anche gruppi musicali assurdi come Arduo Melassa e gli Audax, che aprono lo spettacolo “I Banaloidi” con Roll Over Beethoven, dove emerge granitico il batterista Frank Rumba (Giannero). Per l’occasione sono “scritturate” tre bellissime vallette: Greta, Adriana e Monica. 
Altri personaggi degni di nota sono il poeta Dellus, fine dicitore di poesie banali, il Magico Cama, mago dai prevedibili trucchi con il suo impacciato assistente Otto Mastice (Bolo) e il Duo Toti, con le loro freddure agghiaccianti da avanspettacolo. Altro sketch famoso quello dei Giardini pubblici con Dello e Max nei panni di due classici pensionati che commentano la lettura della cronaca locale criticando gli avvenimenti quotidiani. È ancora insuperato l’intervento di Luccaro che nei panni di un netturbino raccoglie le foglie cadute con un improbabile aspirapolvere imitandone con la voce il suono. 
Il tutto condito da un inedito “bravo” presentatore: Max Filanka (Massimo), emulo del ben più noto personaggio televisivo Febo Conti. Lo spettacolo incredibilmente ha anche un regista (Carlo Amorati) e un giovine tecnico luci e suono (Fabrizio Barbi).

Il grande successo dello spettacolo travolge gli stessi Banaloidi: da quel giorno niente sarà più lo stesso... Lo spettacolo si evolve prima in Cabaret italico e poi in Varietà italico. L’apoteosi banale viene raggiunta con l’ambizioso The Banal Horror Show del 1985.

Degna di nota è l’apertura nel 1984 del Cabarè Studio Bolognina, momento epocale nella storia del cabaret a Bologna, dove, per un biglietto di sole 5.000 lire, il pubblico ha potuto assistere a spettacoli con attori del calibro di Giorgio Comaschi, Bruno Di Bernardo, Eros Drusiani, I Gemelli Ruggeri, Tita Ruggeri, Alessandro Bergonzoni, Marco Cavicchioli, I Capra e Cavoli di Pasquale Tenace e Paolo Pace.  

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Cordiali saluti
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i Banaloidi

1984, foto di gruppo ufficiale (con il pinguino Frigo).

il Banalgruppo
Duilio “Cama”
Camarlinghi
magico quanto basta, Cama tutto il resto...

Mauro “Luccaro” Luccarini
nonché Joe Benza, leader del mitico gruppo de “I Gasometri”.
Massimo “Max” Taddia
il noto presentatore e affabulatore Max Filanka.
Angelo “Dello”
Gardelli
poeta campestre e fine dicitore.
Fabio “Bolo” Bolognini
“Rosso” di sera, bel tempo si spera.

Andrea “Giannero” Giannerini
Un uomo un mito...

Greta Biagini
Venere di Milo prestata al cabaret.

Adriana Verdi
Panda per gli amici, Osiris per l’olimpo.

Monica Ercolani
musa ispiratrice e “girl” di razza.

Gli audaci
tecnici
Fabrizio “8Watt” Barbi
Liviano “Pierino” Bottoni
Carlo Amorati (regista)
                Silvio Giannerini

                Franco Fantuzzi
                (fotografo ufficiale)


Gli spettacoli

I gruppi musicali
(in preparazione)


Mercatino
Come ogni gruppo che si rispetti anche noi abbiamo realizzato le T-Shirt (in questo caso banali) e lo splendido dvd “Varietà italico”.
Se siete interessati a possederli  cliccate sule figure qui sotto.


            






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            Lino e i Mistoterital


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